venerdì 28 novembre 2014

X^ CONVENTION 12 DICEMBRE FAENZA









AZZURRI DEL ’94 CON SILVIO BERLUSCONI

"FORZA DI LIBERTA’"
10^Convention-Cena Azzurra


 

Faenza (Ravenna)-Venerdì 12 dicembre ore 20,30

Hotel Ristorante "Il Cavallino"






Via Forlivese, 185 FAENZA

ORE 20,30
Relazioni introduttiva Rodolfo Ridolfi





Coordinatore di Azzurri ‘94


 




 

 

Sarà presente l’attore Maurizio Ferrini

Prenotazioni entro mercoledì 10 dicembre : berlusconiani94@gmail.com oppure 335396752-3356466743







Costo della cena 20 euro

X^ CONVENTION DI AZZURRI '94 IL 12 DICEMBRE



                                             












AZZURRI DEL ’94 CON SILVIO BERLUSCONI

"FORZA DI LIBERTA’"
10^Convention-Cena Azzurra



 


Faenza (Ravenna)-Venerdì 12 dicembre ore 20,30
Hotel Ristorante "Il Cavallino"









Via Forlivese, 185 FAENZA


ORE 20,30
Relazioni introduttiva Rodolfo Ridolfi









Coordinatore di Azzurri ‘94

 






 


 
Sarà presente l’attore Maurizio Ferrini


Prenotazioni entro mercoledì 10 dicembre : berlusconiani94@gmail.com oppure 335396752-3356466743












Costo della cena 20 euro


lunedì 24 novembre 2014

In Emilia_Romagna Forza Italia non è più protagonista. Occorre una forte e rinnovata iniziativa politica degli Azzurri del '94

Forza Italia non è più protagonista. Occorre una straordinaria e rinnovata partecipazione politica
Il disastroso risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna, non è solo figlio di scelte politiche incomprensibili e del venir meno dello spirito del '94, ma anche dell'inconsistenza e del livello di manifesta inadeguatezza di dirigenti parassiti e traditori che hanno vissuto il berlusconismo solo per ottenere e che Silvio Berlusconi farebbe bene ad azzerare per ripartire da quelli del '94 ...
e dai giovani che hanno dimostrato le loro capacità di resistere mettendoci la faccia nel momento più difficile con orgoglio e responsabilità, senza scappare come topi o fomentare un clima di inutili divisioni che non fanno che aggravare la situazione. Noi confermiamo fiducia e gratitudine a Silvio Berlusconi che è ancora l'unico in grado di rilanciare la maggioranza dei moderati, salvando il Paese dal disastro economico e dal pericolo per la libertà che il renzismo rappresenta. Prima che sia troppo tardi speriamo che il miracolo avvenga. Avviso ai naviganti:
Le nostre riflessioni politiche non devono essere scambiate o peggio ancora lette e utilizzate per deprecabili lotte intestine o ricerca di capri espiatori. Gli errori politici risiedono nei palazzi romani e non sono nel dna di dirigenti regionali e locali che sono nati con Forza Italia nel 93 e nel 94. Nessun repulisti ma unità e confronto sulla politica e inclusione di esperienze vecchie e nuove nel lavoro e nella direzione di Forza Italia come chiede il Presidente Berlusconi

mercoledì 19 novembre 2014

HERA ORA



di Rodolfo Ridolfi

 Il servizio televisivo di Milena Gabanelli su Hera ha suscitato un certo clamore e anche sorpresa ma non in chi molte denunce le aveva raccontate e raccolte nel libro “Le coop rosse” nella parte dedicata a Hera e che Report otto anni dopo scopre e riporta in superfice. Muovendo da questa riflessione ripropongo alcune considerazioni contenute nel libro:
Hera è inquadrabile fin dall’origine in un intreccio sempre più tentacolare tra coop rosse, partito (Pci-Pds-Ds-Pd) e governo. In questo intreccio gli interessi, le strategie e gli uomini si sovrappongono fino a confondersi. Una realtà dove la coop finanzia il partito prima delle elezioni, il partito poi forma la giunta locale o il governo nazionale e tra i suoi primi atti vi è il finanziamento delle coop con il denaro pubblico, il coinvolgimento nei grandi appalti, a volte perfino nelle grandi operazioni definite con accordi internazionali.
Un esempio per tutti, quello della Hera Spa, che ha le coop nel dna e nel cda
Come è nata e si è costituita Hera? La letteratura ricorda che le sfide del terzo millennio, tra le quali vale la pena annoverare la produzione energetica, la gestione della risorsa acqua e la problematica ambientale legata allo smaltimento dei rifiuti, convincono, nel 1999, il ministro dell’industria Pier Luigi Bersani (che prima ricopriva la carica di Presidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna), assecondando le sfide europee, a liberalizzare il mercato dell’energia. Il suo successore, Enrico Letta, provvederà in seguito a liberalizzare quello del gas. Il combinarsi di alcuni fattori (tra i quali l’appartenenza di quasi tutte le municipalizzate a Comuni ed autonomie locali governate da una maggioranza di sinistra e la necessità di dare nuovo respiro al mondo cooperativo nella Regione Emilia-Romagna) ci ha fatto sorgere il convincimento che Hera spa altro non sia che lo sviluppo del modello economico emiliano-romagnolo, un intreccio ed una riconversione di quel modello fondato sulle cooperative, che non si accontenta più di operare in ambito regionale, ma che aspira a colonizzare l’Italia a colpi di Opa, borsa, salotti buoni e business dei rifiuti. Dal 2000 il Presidente della Giunta della Regione Emilia- Romagna è Vasco Errani, che opera in continuità con la politica iniziata da Bersani, e persevera nel forte impegno teso a varare una serie di leggi funzionali alle esigenze concrete di questo nuovo “capitalismo rosso”. Così ecco che il 1° novembre Il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani, nelle vesti di stratega del sistema coop, con un disegno lucido quanto ambizioso vuol fare di Hera Spa il nucleo forte di un nuovo modello di capitalismo rosso nel settore dei servizi pubblici. In pratica, una terza filiera da affiancare alle Coop (distribuzione commerciale) e all’Unipol (finanza e assicurazioni) per garantire al Pci-Pds-Ds un retroterra economico sempre più solido, assai utile per affrontare i costi della politica, ma anche un ruolo di player tra i cosiddetti “poteri forti”. L’esecutivo guidato da Berlusconi era accusato dalla sinistra di fare leggi ad personam, ma la sinistra fa di peggio: vara leggi ad aziendam. Quando si occupa di tv, lo fa per punire Mediaset (progetto Gentiloni), quando invece legifera su alcuni business (farmaci, utilities, energia), premia le coop e le Iri locali,


Ma come abbiamo documentato il risultato è esattamente l’opposto: tariffe più elevate che in altre città e massima scontentezza delle associazioni dei consumatori, talvolta perfino di alcuni esponenti diessini che (vedi le denunce del segretario provinciale ds di Rimini, Riziero Santi) arrivano a definire Hera Spa “un mostro nato soltanto per fare business, una società a cui non frega niente dei problemi del territorio e della qualità dei servizi, aumenta le tariffe, non fa investimenti, sfrutta e licenzia i propri dipendenti, mentre il management è costituito da una schiera di privilegiati che pensano solo al successo personale”.
Abbiamo scritto che Hera, nata purtroppo anche con l’avallo di ambienti bolognesi (e non solo) di centrodestra (sicuramente il ministro dell’ambiente del Governo Renzi, Galletti, Udc), è un groviglio, dove sono protagoniste le ex municipalizzate, intrecciate in un sistema molto complesso e ripetitivo di scatole cinesi. Un sistema al limite della normativa comunitaria sulla libera concorrenza, sui monopoli, sulle gare ad evidenza pubblica nell’affidamento dei servizi. Abbiamo scritto che nonostante Hera abbia guadagnato nelle operazioni di borsa, le tariffe applicate ai cittadini non hanno mai subito sensibili variazioni positive. I servizi erogati sono sicuramente peggiori rispetto a prima ed a questo si aggiunge anche qualche incidente che ha inquinato le terre della Romagna. Come nel settembre 2004 quando “i militari dell’Arma scoprirono fanghi pericolosi smaltiti illegalmente nei terreni agricoli circa 4.000 tonnellate causando il pericolo concreto di inquinamento dei terreni, di contaminazione delle acque e delle coltivazioni di vegetali destinati alla catena alimentare”.
Sono passati molti anni oggi c’è Renzi ma come possiamo verificare, forse il caso, o la continuità del disegno economico politico, fanno sì che Ministro del lavoro sia il numero uno delle coop rosse e al ministero dell’ambiente ci sia l’assessore UDC Galletti che è stato assessore al bilancio 1999 al 2004 con il Sindaco Giorgio Guazzaloca.

venerdì 7 novembre 2014

Ricordiamo il 25° anniversario della caduta del muro di Berlino 9 novembre 1989







                                                           

Ricordiamo il 25° anniversario della caduta del muro di Berlino 9 novembre 1989
Rodolfo Ridolfi*
Abbiamo voluto fondare il nostro movimento, Azzurri del’94 con Silvio Berlusconi, proprio il 9 novembre del 2012 anche perché fra i principi fondanti di Forza Italia c’è la libertà e la lotta all’ideologia comunista che sopravvive, insieme alle altre totalitari, come negazione stessa delle basi della nostra civiltà. Ancora oggi circola in Italia e in Europa, l’idea che il comunismo sia stato un modello in se stesso buono, che però ha trovato una cattiva applicazione. No, il comunismo era ed è intrinsecamente sbagliato perché nega la natura umana ed è stato, con il nazismo, l'impresa più disumana e criminale della storia dell'umanità. Il crollo del muro di Berlino ha segnato la fine dei regimi comunisti nell'Europa centrale ed orientale. Purtroppo non ha significato la fine di tutti i regimi comunisti nel mondo. Ma il comunismo non sopravvive soltanto in Cina o nella Corea del Nord, il comunismo continua a sopravvivere anche in Italia spesso camuffato, ma riconoscibile per il modo di essere, di molti, comunisti senza comunismo che rinnegano le proprie idee ed il proprio passato, ignorando colpevolmente l'evidenza delle decine di milioni di vittime del comunismo, come se fossero semplici dettagli della storia; e allo stesso tempo mantengono i metodi di lotta politica: primo fra tutti, quello di considerare gli avversari dei nemici da eliminare, moralmente e politicamente, con la “verità” che conviene al partito, con l'uso politico della giustizia, imponendo, in un intreccio con i poteri forti, anche a livello europeo, l'egemonia sulla società civile, sull'economia, sulla scuola, sull'informazione. Per questo mi piace sottolineare come la notte fra il 9/10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino rappresenti, nel comune sentire di tutta l’Europa dei popoli, la stagione della liberazione dal regime comunista, che, imposto in tanti Paesi di antica civiltà e cultura, li aveva precipitati nel sottosviluppo ed allontanati dalla comune matrice europea. La caduta del Muro di Berlino ha lo stesso valore simbolico ed integra la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo che ricordiamo doverosamente tutti gli anni il 25 aprile. Il 9 novembre è qualcosa di più di una ricorrenza, può essere la prima significativa festa dell’Europa. L’allargamento dell’Unione, la nascita dell’euro, fra l’altro non condivisa da tutti gli Stati Europei, l’applicazione dei trattati di Maastricht e dei successivi, sono solo dei momenti importanti, di una costruzione sovranazionale che non può limitarsi alla libera circolazione delle merci, delle persone Infatti l’edificio europeo dovrebbe essere fatto di istituzioni comuni senza egemonie e prevaricazioni, capaci di valorizzare radici storiche e culturali che sono già, nella coscienza dei diversi popoli e dei singoli Paesi, ben vive e riconoscibili. Ebbene, il 9 novembre di venticinque anni orsono, il “giorno del muro”, l’Europa si è identificata nel suo valore primo che è quello della democrazia e si è fondata nella comune aspirazione dei suoi cittadini alla libertà. Per la prima volta, dal Nord al Sud e dall’Atlantico agli Urali, l’Europa si è riconosciuta tutta nel valore della libertà, che si è affermato come valore primario e condizione per l’esistenza di ogni altro. C’era stata quaranta quattro anni prima un’altra indimenticabile vittoria della libertà: l’8 maggio 1945 giorno della resa del nazismo (in Italia il 25 aprile), ma questa aveva liberato dalla tirannide solo la parte occidentale del continente. Come avrebbe riconosciuto per primo Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: “da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare l’Europa”. A cinquantotto anni dalla firma del Trattato di Roma di De Gasperi, Adenauer, Schumann e Spaak, La giornata del 9 novembre può essere a pieno titolo il simbolo continentale di un’Europa che si riconosca come unità di popoli. L’Italia e l’Europa, hanno il dovere di ricordare, soprattutto alle giovani generazioni, quello storico avvenimento che ha determinato la prospettiva di un mondo migliore, il più importante e significativo avvenimento della ultima parte del ventesimo secolo. Io stesso fra i primi in Italia, da consigliere regionale, mi sono mosso con progetti di legge ed iniziative politiche  tese ad istituire una festa per la liberazione dal comunismo in Europa con il Progetto di legge del 27 gennaio 1998, riproposto il 24 settembre 1999, il 7 giugno 2000, l’1 settembre 2003 ed il 28 ottobre 2005, ma la sinistra emiliano romagnola ha sempre respinto le mie proposte.
*Coordinatore di Azzurri del’94 con Silvio Berlusconi