Documento approvato dal Coordinamento di Azzurri’94
Gli Azzurri
’94 sono impegnati in questa critica transizione politica a rilanciare gli ideali di Forza Italia nel quadro dell’impegno preso con gli italiani.
Pronti senza incertezze a rappresentare i bisogni e le sofferenze del nostro popolo
con la consapevolezza di essere dalla parte dell’Italia migliore e dalla parte
giusta della storia. La nostra attenzione politica deve essere indirizzata:
alle famiglie oppresse dalle tasse, costrette a vedere i propri figli in balìa
della disoccupazione, agli uomini e alle donne delle piccole e medie imprese
schiacciati da una politica economica di austerità senza senso, vessati da uno
Stato spesso non amico e da un carico fiscale e tariffario odiosamente iniquo
e incivile, ai nostri concittadini, costretti
a vivere nell’insicurezza per la politica scriteriata di immigrazione di questo
governo e dell’Europa. La nostra risposta deve
ripartire dal popolo con Berlusconi. Dobbiamo respingere qualsiasi lusinga
degli opposti e opportunistici gregariati a favore di Pd o Lega. Dobbiamo riprendere il cantiere delle idee e dei
programmi. Senza sudditanze verso nessuno. E’ anche questo un modo di
prepararsi all’ “effetto 8 marzo” ed alle elezioni comunali del maggio 2015. Il
rientro in campo Silvio Berlusconi senza i vincoli alla sua libertà di
movimento e di parola, sposterà il vento della politica italiana. E’ il tempo di una rinascita. Renzi per chi
ancora non lo sapeva o non ci credeva ha dimostrato chi è. Innovatore a parole
conservatore e restauratore della vecchia politica nei fatti. Bisogna tornare a
rappresentare quel blocco sociale e di valori, di interessi e ideali, che è il
ceto medio. Berlusconi nel 1994 ha posto le premesse di qualcosa che deve
ancora compiutamente – con la sua presenza e guida – definirsi nell’epoca
attuale del renzismo accaparratore di qualsiasi postazione pubblica che soffoca
di tasse ciò che è privato. Abbiamo la responsabilità di costruire qualcosa di
solido e davvero alternativo a Renzi e al suo Partito democratico ben al di là
dei richiami generazionali. Un patto delle buone idee e della buona politica
che richiami tutti coloro che hanno filo a tessere, non trame di potere, ma la
stoffa di programmi e di idee per voltare pagina. L’elezione del Presidente
della Repubblica è stato l’ultimo episodio di tracotanza che corona un anno di
forzature estenuanti. In quest’ultima vicenda Renzi, in maniera ostentata, ha
superato il limite della decenza
privilegiando la sistemazione della propria bottega di Partito
sull’unità e sul largo consenso previsti dalla Costituzione per la scelta del
Capo dello Stato. Non ci sono rese dei conti da mettere in atto contro chi tra
noi avrebbe sbagliato. Nessuno strumentalizzi questa vicenda amara per
ricavarne vantaggi meschini. E’ Renzi che ha fallito e ne renderà conto al
popolo sovrano. Per senso di responsabilità, dinanzi alla necessità
inderogabile di modernizzare le istituzioni, abbiamo accettato l’inaccettabile
per i nostri immediati interessi, pur di non chiudere il cantiere delle riforme
elettorali. Lo scopo era quello di consentire l’evoluzione in senso bipolare
del sistema e garantire a chi fosse scelto dal popolo sovrano di governare
davvero, nel rispetto e con la collaborazione di un Parlamento più snello. Mano
a mano, con 17-18 cambiamenti spesso peggiorativi, pur di non affossare le
riforme, abbiamo dato il nostro assenso alle proposte del governo. Ma Renzi sta
cercando di svuotare le riforme piegandole alle sue ambizioni pericolose per la
democrazia. Renzi, che nessuno ha eletto, figlio di un complotto di palazzo
come fu per Monti ha usato e usa una maggioranza composta di 148 deputati
abusivi e di altri parlamentari eletti sotto il simbolo di “Berlusconi
Presidente” per occupare tutto l’occupabile. Confermando di essere fuori dai
canoni di una democrazia occidentale, che è fatta di pesi e contrappesi. Questo
disegno antidemocratico, conviene ricordarlo, si sta compiendo grazie a un
Parlamento frutto di un premio incostituzionale, sulla base di una presunta
prevalenza della coalizione di centrosinistra dello 0,37 per cento (presunta,
certo: gli esperti assicurano che nei seggi c’è stato uno spostamento di schede
da destra a sinistra intorno al milione). D’ora in poi, Opposizione integrale e
seria. Non è più tollerabile che le redini del governo siano affidate a chi,
con sicumera e prepotenza, lo sta trascinando nel disastro economico,
democratico, morale.
Rodolfo Ridolfi; Gabriella
Bianchi-Rimini; Liborio Cataliotti-Reggio Emilia; Gino Ferretti-Parma; Adolfo Morandi-Modena; Vincenzo
Galassini-Ravenna; Werner Argellati-Piacenza; Paola Peruffo, Luciano Tancini, Marco
Mattarelli-Ferrara; Gianni Ottaviani,Daniele La Bruna-Forlì; Giancarlo
Mazzoli,Valerio Stanziani-Bologna