“Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere” (Oriana Fallaci)
di Rodolfo Ridolfi
Oggi le condizioni dello scontro
fra Islam ed Occidente sono nuovamente di drammatica attualità, i cristiani
sono perseguitati in maniera sistematica,
le vicende prima della Libia, dell’Egitto, della Siria e poi quelle di
queste settimane che ci hanno fatto scoprire Jhadisti legati ai tagliagole del
Califfato autoproclamato dell’Iraq e del Levante e fedelissimi alla guerra
santa per l'Islam a casa nostra, sono lì ad
attestare che siamo nuovamente in guerra forse la terza guerra mondiale
come ha accennato Papa Francesco. Per questo “Sveglia, Occidente, sveglia! Ci
hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere”
(Oriana Fallaci). Sono passati quasi otto anni dalla scomparsa di oriana
Fallaci e mai come in questi giorni la sua verità la sua intransigenza ed il
suo insegnamento sono rimpianti da molti, anche da quella sinistra supponente e
salottiera che non la sopportava. Io come ho sempre fatto anche quando andavano
di moda le bandiere della pace che oggi evidentemente i catto-comunisti hanno
riposto in naftalina, voglio rendere omaggio ancora una volta all’umanità
complicata di Oriana, alla sua figura di donna, giornalista e scrittrice perché
sto dalla parte di coloro che si sentono “ orfani”. Ho avuto il privilegio di
conoscere Oriana Fallaci, toscana purosangue, con la sua forte personalità e i
suoi modi spicci, nel corso di una campagna elettorale a Firenze alla fine
degli anni 70 quando fu candidata al Senato della Repubblica nel collegio di
Greve in Chianti, per il PSI e conservo gelosamente una lettera che mi inviò,
quando ero Sindaco di Marradi, lettera che accompagnava una copia del suo libro
Insciallah, 1990, super premio Bancarella con la preghiera che Oriana mi
rivolgeva di ringraziare mio padre che a New York l’aveva aiutata a scrivere
correttamente le parti in dialetto di Nicola romagnolo di Ravenna, il figlio
dell’edicolante vicina Galla Placidia. E’ morta il 15 settembre del 2005 mentre
i nostri soldati erano di nuovo in Libano come nell’1983, lasciandoci mentre
era in atto una nuova assurda offensiva degli Islamici contro Benedetto XVI e
contro il cristianesimo.. Ci manca la sua rabbia ed il suo orgoglio, ci manca
Oriana che non le mandava a dire ma esprimeva chiaramente la sua opinione
“politicamente non corretta” da “antifascista” ma non pacifinta che odia quanti
nel nome “ormai sputtanato” della pace manifestano a senso unico ed usano la
violenza per condannare la violenza, che approfittano della democrazia per
scatenare l’eversione. Oriana venne sopraffatta dal male nel momento in cui “Il
relativismo rinnegava i costumi millenari della nostra storia ma il suo
insegnamento alla faccia degli ipocriti sinistri rimane di straordinaria
attualità là dove sottolinea lo svilimento dei valori della vita, della
persona, del matrimonio, della famiglia e come sia deleterio predicare l’uguale
valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza regola l’integrazione
degli immigrati”. Per superare questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di
più coraggio sui temi della nostra civiltà Di fronte alla nuova aggressione dei
Jhadisti, la nuova flotta islamica,
gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento all’orgoglio di
appartenere ad un mondo libero. Molti di sinistra dopo l’11 settembre se la
sono presa con Oriana Fallaci piuttosto che con i fondamentalisti. Noi
piangiamo Oriana e ci sentiamo orfani, perché ci manca la sua voce aspra di
donna combattente, ci manca la sua occidentale arroganza, ci manca la sua impietosa
visione del nostro mondo.
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