di Rodolfo Ridolfi
Il Partito
Democratico avanza e il modello cooperativo deve essere sintonizzato con la
nuova immagine, ed allora il pistolotto di rito: “Oggi questa funzione deve rivolgersi a realtà sociali che stentano a
venire a contatto con l'esperienza cooperativa”a questi valori diceva e
dice, molto probabilmente, di ispirarsi la
coop 29 giugno di Roma, come tutte quelle che aderiscono e pagano i
contributi a Lega Coop attraverso il Consorzio nazionale di servizi e si
rivolgono (...) a larghi strati della
comunità locale che vogliono calmierare i costi di servizi pubblici quali, ad
esempio, l'erogazione di energia e di acqua o accedere a servizi di tipo
sanitario, assistenziale o educativo con determinati standard qualitativi o
fornire risposte efficaci a chi soffre di un lavoro irregolare o sommerso. .La
verità secondo gli inquirenti potrebbe essere che la Coop 29giugno grazie agli appalti
pubblici conseguiti con metodi illeciti, ha conquistato una solidità patrimoniale
che molte imprese italiane possono solo ambire. Tant'è vero che, a fronte di
18,9 milioni di affidamenti bancari, al 31 dicembre dello scorso anno ne
risultavano utilizzati meno di 8,2 milioni, ossia il 43 per cento. Buzzi,
nell'assemblea del maggio scorso, non mancò comunque di ringraziare i partner
finanziari per la loro “vicinanza” citando “Banca Prossima, Banca Etica, Unipol
Banca, Coopfond e Cooperfactor” .La inquietante vicenda, non la prima, che
vede coinvolte le coop rosse, come
scrive Vittorio Macioce “sembra la
tangentopoli dei «buoni». Al centro di tutto ci sono i classici temi della
solidarietà , del bello, dell’ambiente… si occupano del verde pubblico, della
raccolta differenziata, di case popolari, di immigrati, di campi rom. E lì
tessono affari, si spartiscono la torta, fanno mangiare i politici, piazzano
questo o quello sulla poltrona giusta per continuare a fare i soldi
sull’accoglienza, sulla fraternità , sugli ultimi. Lo teorizzano. Sopra ci sono
i vivi, quelli che contano, c’è il potere, ci sono i soldi, sotto ci stanno i
morti, i fantasmi, gli invisibili, in mezzo ci sono loro, c’è tutto il peggio
della destra e della sinistra sociale. Il compagno Buzzi è uno dei protagonisti …Il
suo “gruppo” di coop fattura 60 milioni di euro l’anno, sedici realizzati solo
con le attività di accoglienza immigrati... È Buzzi che ogni mese avrebbe
pagato, secondo la Procura, l’ex capo segreteria di Veltroni, poi passato alla
Provincia: cinquemila euro al mese per indirizzare gli immigrati verso i centri
di accoglienza gestiti dalla coop. Per molti autorevolissimi esponenti del
Pd Buzzi e la sua coop sono da incontrare visitare e sostenere, non soltanto
per il ministro Poletti ma anche per Ignazio Marino, la renzianissima onorevole
Simona Bonafè e l’onorevole Micaela Campana amica di Salvatore Buzzi. Da anni
siamo impegnati in una sfida per difendere le cooperative autentiche e
non contaminate dalle mutazioni, le distorsioni e le deviazioni che in maniera
così evidente il grande intreccio, al limite della identificazione, fra coop
rosse, giunte rosse e Pci-Pds-Ds-Pd ha determinato. Allo stesso tempo
denunciamo il macroscopico conflitto d'interessi che questo intreccio determina
nell'economia, nella società e nella politica. I nostri obbiettivi sono il ritorno alle origini riformiste delle
cooperative (avversate dai comunisti fino a quando non se ne impadronirono); la
lotta al protezionismo di stato e di partito che le coop rosse rappresentano
nell'economia italiana ed il ripristino della libertà del mercato e delle
stesse regole sulla concorrenza che le coop rosse hanno alterato. Le coop della grande distribuzione e quelle di produzione e lavoro
pagano un terzo delle tasse delle imprese private che operano negli stessi
settori. Nessuno meglio di chi vive in una Regione rossa avverte il soffocamento di un
regime che pretende che i cittadini facciano la spesa alla coop, facciano il
pieno di carburante alla coop, comprino il giornale alla coop, acquistino i
farmaci alla coop, si facciano barba e capelli alla coop, affidino i loro
risparmi alla coop, nella coop sottoscrivano le polizze assicurative Unipol,
per la costruzione della casa si rivolgano alla cooperativa, mangino alla mensa
cooperativa, telefonino con “coop voce”, affidino le pulizie alla coop, si servano
delle cooperative di professionisti, prendano i taxi e gli autobus delle
cooperative, agli incroci si facciano pulire i vetri dai lavavetri coop,
cantino e ballino in cooperativa e utilizzino perfino i servizi funebri coop.
Walter Veltroni, quando era il leader del
Partito democratico, alle coop rosse ha detto: “solidarietà e impegno
imprenditoriale fanno della cooperazione un elemento naturale di questa
società , quel valore aggiunto di cui c’è un gran bisogno”. Che scienziato!
“Le cooperative sono un elemento della varietÃ
biologica del sistema imprenditoriale nazionale un
concetto che, con non poche difficoltà , stiamo cercando di far comprendere
anche alla Commissione Europea, con la quale stiamo interloquendo sulla
questione della normativa fiscale delle cooperative.” sosteneva Bersani, e al
Congresso Nazionale delle coop rosse. Fassino, disegnò la necessità di trasformare le coop rosse in
cooperative bianco-rosse da ricondurre al Partito Democratico, «se
nascono nuovi soggetti politici (Partito Democratico) è un po' difficile
pensare che nulla cambi anche all'interno di organizzazioni come le cooperative».
Il processo di unificazione o di federazione deve essere avviato senza
titubanze di sorta, di pari passo, con «la sfida che il partito
democratico vuole lanciare, creare cioè un soggetto che sappia prendere le
redini del Paese». Finalmente chiarito cosa significasse «I
cooperatori protagonisti del futuro italiano».Tuttavia di pagare le
tasse e di ritrovare l'anima della socialità e della mutualità nessuna traccia
significativa.
Nel mio libro, “Le
coop rosse” nel capitolo 12 “La verità è ciò che conviene
al Partito”, rilancio il dibattito sulla natura
della Legacoop, sulla coerenza delle cooperative associate ai principi fondanti
della socialità e della mutualità , sulla compatibilità di molte di loro allo
spirito dell'articolo 45 della Costituzione. Le coop rosse predicano bene e
razzolano male! I documenti ufficiali contengono affermazione suggestive ed enunciazioni di
principio che contrastano palesemente con l'effettiva e quotidiana prassi delle
coop rosse. «Un mercato
pluralistico, garanzia di efficienza ed equità . Un mercato di sole imprese
lucrative non è né democratico né efficiente. Così come non lo sarebbe un
mercato di sole imprese cooperative». Siamo d'accordo! Peccato che,
purtroppo, ci siano intere regioni italiane (quelle rosse!) dove questo
pluralismo economico è ampiamente e quotidianamente violato dalle Giunte Rosse. «Un mercato aperto ed inclusivo
(...) Noi siamo per un mercato, in cui la concorrenza costituisca stimolo per
l'innovazione e la ricerca, in cui vigano regole ed operino istituzioni che
assicurino il buon funzionamento dei mercati stessi» sostengono i
compagni delle coop. Parole che stridono in bocca a chi
concretamente si caratterizza come monopolista e riceve, da sempre, consistenti
«aiuti di Stato», giustificati da un riferimento alla Costituzione ormai
poco convincente.. E Renzi cosa dice e soprattutto cosa fa. Non è che Salvatore Buzzi presente alla sua
cena lo ha agevolato con i rom portati a votare alle primarie, o usando le
cooperative sociali come serbatoio di voti. Sarebbe veramene uno schifo
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