Azzurri
’94
La
XV^ Convention di Azzurri '94 di Rimini del 15 aprile scorso ha
costituito il Comitato per il NO alla riforma costituzionale
Boschi-Renzi chiamando a presiederlo il Prof. Avv. Liborio
Cataliotti. Il Comitato opererà in tutte le province e le città
dove è presente il Movimento.
1)
NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE
La
Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’
stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione
approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo
fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente
quell’impianto necessitava di riforme, che si inseguono invano da
decenni, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico
e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione
democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché
cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra.
Questa riforma nasce già fallita.
2)
NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO
Le
funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di
elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo
peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni)
con funzioni molto diverse. Non potrà funzionare.
3)
NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA
SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA
La
stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta,
tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001,
erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto,
ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del
sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale,
specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la
destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non
basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva
perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di
costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è
clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da
un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di
responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso
neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi,
e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più
drastiche.
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