mercoledì 25 maggio 2016

Faenza NO alla Schiforma Renzi-Boschi: la conferenza stampa del 25 Maggio


 


Vincenzo Galassini Presidente provinciale del Comitato per il NO -Andrea Tarabusi Presidente Comunale-Rodolfo Ridolfi Coordinatore Nazionale di Azzurri '94


 



 
Terremo a partire dal 18 giugno prossimo iniziative pubbliche e organizzeremo banchetti a Faenza e nel faentino come in tutti i Comuni della Provincia di Ravenna per raccogliere firme ed illustrare le motivazioni della campagna referendaria per il NO alla Schiforma Renzi-Boschi .



"Il nuovo Senato, sarà solo come 'una suocera che elargisce consigli non richiesti, una suocera inascoltata che non avrà nessun potere reale nell'ordinario procedimento legislativo. Ma che avrà - e questa è una delle grandi contraddizioni della riforma - un potere paritario a quello della Camera nelle leggi costituzionali, nonostante i suoi membri siano eletti in modo totalmente disomogeneo rispetto alla Camera. Per cui rassegniamoci: se passa questa riforma sarà praticamente impossibile cambiarla. Come si fa a dire, che la situazione 'non appare diversa da quella di tutti gli Stati composti' Difficile poi credere ai renziani quando affermano che: 'i poteri normativi del Governo vengono riequilibrati' e che 'il sistema delle garanzie viene significativamente potenziato. Al contrario nell'abbinata con l'Italicum la riforma fa deragliare l'impianto istituzionale verso un Premierato assoluto, perché la Camera dei deputati non sarà altro che una caserma (in gran parte composta da nominati) pronta ad obbedire, senza discutere, agli ordini del premier



NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, ma questa riforma costituzionale destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.

NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse.

NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA. La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche. Sostenere che il nuovo Senato delle autonomie costituirà un tassello essenziale di un regionalismo collaborativo che garantirà la rappresentanza al centro delle istituzioni locali è pura fantasia.

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