L’ora dell’alternativa dopo 44 anni di regime PCI-PDS-DS-PD-Coop
Rodolfo
Ridolfi
Nel denunciare lo stretto
legame tra PCI - PDS - DS - PD e coop rosse ho rischiato in questi anni di
essere monotono e additato come visionario. Chi vive nella nostra Regione può
constatare come questo binomio politico economico rappresenti una vera cappa
del sistema condizionandolo fortemente. Le recenti azioni della magistratura
penale e amministrativa, la condanna in appello di Vasco Errani e le annunciate
dimissioni del Presidente dell’Emilia Romagna non pongono evidenziano solo i
casi più eclatanti, ma il più grande conflitto di interessi d'Italia che ha
tanti altri attori e tante altre cooperative e aziende che beneficiano di un
clima tutto particolare soprattutto nelle regioni rosse. Il dato politico è
evidente: nelle Regioni rosse si consuma da decenni il più grande conflitto di
interessi dell'Italia del dopoguerra, un vero sistema di potere che piega e
condiziona, la burocrazia, le imprese private e i cittadini. Dobbiamo rimuovere
quella cappa di oppressione che ingessa il sistema democratico della regione
Emilia-Romagna e mettere in discussione sotto l'operato di quella classe
dirigente dedita al valzer delle poltrone nell'amministrazione pubblica, nel
partito e nelle coop rosse. Dobbiamo denunciare come nel momento di massima
oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese sia intollerabile lo stato
di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop
rosse.
Così come appare un
paradosso che a guidare il ministero del Lavoro sia stato chiamato il
Presidente di Lega Coop Giuliano Poletti in evidente conflitto di interessi,
altro che Berlusconi. Oggi la buona politica avrebbe il dovere di intervenire
subito per introdurre misure perequative del mercato che riportino la
cooperazione nel suo alveo naturale. Noi di Forza Italia, non tutti per la
verità, ci siamo battuti per smascherare il conflitto di interesse e
l’intreccio non sempre trasparente e lecito fra coop rosse e istituzioni
governate dal PCI PDS DS PD. Il mio libro del 2007 Le coop Rosse il più grande
conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra racconta molte situazioni che
hanno visto protagoniste, in negativo, le coop rosse. Non sono quindi sorpreso
di Terremerse né delle altre vicende che vedono coinvolte le coop rosse. Su
Terremerse, faccio parlare alcuni brani
delle pag 39-40 del mio libro: “…Vasco Errani …dal 1999 presidente Ds della
Regione. Il fratello (Gianni) presidente della cooperativa agricola rossa
Terremerse è padre di Linda attuale sindaco ds di Massalombarda: Da
Massalombarda proviene anche Guido Tampieri…assessore all’agricoltura e poi
sottosegretario alle politiche agricole del Governo Prodi. Nel 2005 Terremerse
ottiene dalla Regione contributi per 2.500.000 euro ed un importante contributo
è alla firma del direttore generale dell’agricoltura per il 2006. (Sarà quello
da un milione oggetto delle attenzioni dei magistrati) Qualche conflitto
d’interesse è difficile sostenere che non esista. Ovvio, il forte intreccio
Ds-Lega Giunte rosse…. Quindi, avanti tutta, come prima e più di prima… Le
“coop rosse” sono l’arma più militante nel settore economico-imprenditoriale-
commerciale della sinistra ed hanno fatto e fanno del Pci-Pds-Ds-Pd il primo
partito della Regione. Noi rispondiamo a chi vorrebbe farci credere che le coop
rosse sono autonome dai Ds e dalla pubblica amministrazione: come mai quasi tutti i
dirigenti coop sono dirigenti attivi del
Pci-Pds-Ds-Pd.
In vista delle elezioni
regionali i militanti di Forza Italia in Emilia-Romagna, come e in tutte le
Regioni Rosse dove sono animati da una forte passione civile devono perseguire
senza incertezze un preciso impegno democratico: rendere effettiva e compiuta
la democrazia dell’alternanza e superare il monopolio politico-istituzionale
del centro-sinistra. Sappiamo di dover sacrificare molto, nel lavoro e negli
affetti, perché la speranza di rinnovamento delle istituzioni e della politica
non vada delusa. Per vincere questa sfida dovremo avere testa ed essere capaci
di parlare al cuore della gente. Dovremo essere capaci di difendere la persona,
la sua dignità, la vita umana, la nostra identità culturale, civile e
religiosa. Dovremo essere capaci di scelte coraggiose, di realizzare
istituzioni al servizio della società civile e non delle burocrazie che vi
lavorano, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi
maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché
abbiamo cuore e idee per riuscirci. Lasciare ai nostri figli una Regione
migliore è’ ciò che ci fa dire con orgoglio di essere “azzurri 94”, di essere
berlusconiani di Forza Italia.
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