Faenza 1974 Nenni con Giorgio Boscherini ed altri socialisti
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Rodolfo Ridolfi*
Pietro Nenni scriveva nel suo ultimo articolo "Rinnovarsi o
perire" "Tutto è in questione, tutto è posto di fronte all’alternativa
di rinnovarsi o perire", un invito, un ammonimento. Certo è che, letta
trenta cinque anni dopo, la frase di Nenni mantiene intatta la sua grande forza
ideale e morale. Pietro Nenni moriva trentacinque anni orsono il 1 gennaio del
1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino
Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la stagione della
sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi
concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le
toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola bianca della Romagna, il
9 febbraio 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico di Mussolini,
ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e
del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi
comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e poi al Circolo
Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi. Ricordo anche
con sofferenza come negli anni del “prodismo incipiente” a Faenza i
catto-comunisti delle coop bianche e rosse volessero addirittura cancellare Piazza Pietro
Nenni e come noi socialisti di Forza Italia ci battemmo perché ciò non
avvenisse.
Bettino Craxi, Pietro
Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la
rivincita storica contro il Pci e la Dc del compromesso storico. Anche Forza
Italia partecipa a questo ricordo perché ha dalla sua la realtà dei numeri e
dei consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie
Forza Italia, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra PD e gli altri
partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e
della peculiare e paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi
avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri
intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro
estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo
quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di
Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di
Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo
l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano,
Nenni si riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le
due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via
dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di
Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del
consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup
(1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata
però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la
posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi
confermata, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti
storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e
filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti,
socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada all’autonomismo
nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile
1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con Berlusconi i socialisti
sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed ancora
fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con Silvio Berlusconi.
Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi
e da alcuni ex esponenti del Partito d’Azione, che fortunatamente ottenne uno
scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si
presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri
del Partito d’Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il
nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: questo fu il
più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di
Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che
dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i
comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno
lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento
della classe operaia, dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale
sono anche disponibili, incoraggiati dai “socialisti opportunisti con la
sindrome di Stoccolma”, ad usurparne l’eredità e a riproporre il fronte
popolare e il compromesso storico con Renzi, Napolitano, Prodi e compagnia
cantante.
*Coordinatore di Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi
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