domenica 7 dicembre 2014

PARTITO DEMOCRATICO E MUTAZIONI COOP



di Rodolfo Ridolfi

Il Partito Democratico avanza e il modello cooperativo deve essere sintonizzato con la nuova immagine, ed allora il pistolotto di rito: “Oggi questa funzione deve rivolgersi a realtà sociali che stentano a venire a contatto con l'esperienza cooperativa”a questi valori diceva e dice, molto probabilmente, di ispirarsi la coop 29 giugno di Roma, come tutte quelle che aderiscono e pagano i contributi a Lega Coop attraverso il Consorzio nazionale di servizi e si rivolgono (...) a larghi strati della comunità locale che vogliono calmierare i costi di servizi pubblici quali, ad esempio, l'erogazione di energia e di acqua o accedere a servizi di tipo sanitario, assistenziale o educativo con determinati standard qualitativi o fornire risposte efficaci a chi soffre di un lavoro irregolare o sommerso. .La verità secondo gli inquirenti potrebbe essere che la Coop 29giugno grazie agli appalti pubblici conseguiti con metodi illeciti, ha conquistato una solidità patrimoniale che molte imprese italiane possono solo ambire. Tant'è vero che, a fronte di 18,9 milioni di affidamenti bancari, al 31 dicembre dello scorso anno ne risultavano utilizzati meno di 8,2 milioni, ossia il 43 per cento. Buzzi, nell'assemblea del maggio scorso, non mancò comunque di ringraziare i partner finanziari per la loro “vicinanza” citando “Banca Prossima, Banca Etica, Unipol Banca, Coopfond e Cooperfactor” .La inquietante vicenda, non la prima, che vede coinvolte le coop rosse,  come scrive Vittorio Macioce “sembra la tangentopoli dei «buoni». Al centro di tutto ci sono i classici temi della solidarietà, del bello, dell’ambiente… si occupano del verde pubblico, della raccolta differenziata, di case popolari, di immigrati, di campi rom. E lì tessono affari, si spartiscono la torta, fanno mangiare i politici, piazzano questo o quello sulla poltrona giusta per continuare a fare i soldi sull’accoglienza, sulla fraternità, sugli ultimi. Lo teorizzano. Sopra ci sono i vivi, quelli che contano, c’è il potere, ci sono i soldi, sotto ci stanno i morti, i fantasmi, gli invisibili, in mezzo ci sono loro, c’è tutto il peggio della destra e della sinistra sociale. Il compagno Buzzi è uno dei protagonisti  …Il suo “gruppo” di coop fattura 60 milioni di euro l’anno, sedici realizzati solo con le attività di accoglienza immigrati... È Buzzi che ogni mese avrebbe pagato, secondo la Procura, l’ex capo segreteria di Veltroni, poi passato alla Provincia: cinquemila euro al mese per indirizzare gli immigrati verso i centri di accoglienza gestiti dalla coop. Per molti autorevolissimi esponenti del Pd Buzzi e la sua coop sono da incontrare visitare e sostenere, non soltanto per il ministro Poletti ma anche per Ignazio Marino, la renzianissima onorevole Simona Bonafè e l’onorevole Micaela Campana amica di Salvatore Buzzi. Da anni siamo impegnati in una sfida per difendere le cooperative autentiche e non contaminate dalle mutazioni, le distorsioni e le deviazioni che in maniera così evidente il grande intreccio, al limite della identificazione, fra coop rosse, giunte rosse e Pci-Pds-Ds-Pd ha determinato. Allo stesso tempo denunciamo il macroscopico conflitto d'interessi che questo intreccio determina nell'economia, nella società e nella politica. I nostri obbiettivi  sono il ritorno alle origini riformiste delle cooperative (avversate dai comunisti fino a quando non se ne impadronirono); la lotta al protezionismo di stato e di partito che le coop rosse rappresentano nell'economia italiana ed il ripristino della libertà del mercato e delle stesse regole sulla concorrenza che le coop rosse hanno alterato. Le coop della grande distribuzione e quelle di produzione e lavoro pagano un terzo delle tasse delle imprese private che operano negli stessi settori. Nessuno meglio di chi vive in una  Regione rossa avverte il soffocamento di un regime che pretende che i cittadini facciano la spesa alla coop, facciano il pieno di carburante alla coop, comprino il giornale alla coop, acquistino i farmaci alla coop, si facciano barba e capelli alla coop, affidino i loro risparmi alla coop, nella coop sottoscrivano le polizze assicurative Unipol, per la costruzione della casa si rivolgano alla cooperativa, mangino alla mensa cooperativa, telefonino con “coop voce”, affidino le pulizie alla coop, si servano delle cooperative di professionisti, prendano i taxi e gli autobus delle cooperative, agli incroci si facciano pulire i vetri dai lavavetri coop, cantino e ballino in cooperativa e utilizzino perfino i servizi funebri coop.
Walter Veltroni, quando era il leader del Partito democratico, alle coop rosse ha detto: “solidarietà e impegno imprenditoriale fanno della cooperazione un elemento naturale di questa società, quel valore aggiunto di cui c’è un gran bisogno”. Che scienziato!
“Le cooperative sono un elemento della varietà biologica del sistema imprenditoriale nazionale un concetto che, con non poche difficoltà, stiamo cercando di far comprendere anche alla Commissione Europea, con la quale stiamo interloquendo sulla questione della normativa fiscale delle cooperative.” sosteneva Bersani, e al Congresso Nazionale delle coop rosse. Fassino, disegnò  la necessità di trasformare le coop rosse in cooperative bianco-rosse da ricondurre al Partito Democratico, «se nascono nuovi soggetti politici (Partito Democratico) è un po' difficile pensare che nulla cambi anche all'interno di organizzazioni come le cooperative». Il processo di unificazione o di federazione deve essere avviato senza titubanze di sorta, di pari passo, con «la sfida che il partito democratico vuole lanciare, creare cioè un soggetto che sappia prendere le redini del Paese». Finalmente chiarito cosa significasse «I cooperatori protagonisti del futuro italiano».Tuttavia di pagare le tasse e di ritrovare l'anima della socialità e della mutualità nessuna traccia significativa.

Nel mio libro, “Le coop rosse” nel capitolo 12 “La verità è ciò che conviene al Partito”, rilancio il dibattito sulla natura della Legacoop, sulla coerenza delle cooperative associate ai principi fondanti della socialità e della mutualità, sulla compatibilità di molte di loro allo spirito dell'articolo 45 della Costituzione. Le coop rosse predicano bene e razzolano male! I documenti ufficiali contengono  affermazione suggestive ed enunciazioni di principio che contrastano palesemente con l'effettiva e quotidiana prassi delle coop rosse.  «Un mercato pluralistico, garanzia di efficienza ed equità. Un mercato di sole imprese lucrative non è né democratico né efficiente. Così come non lo sarebbe un mercato di sole imprese cooperative». Siamo d'accordo! Peccato che, purtroppo, ci siano intere regioni italiane (quelle rosse!) dove questo pluralismo economico è ampiamente e quotidianamente  violato dalle Giunte Rosse.  «Un mercato aperto ed inclusivo (...) Noi siamo per un mercato, in cui la concorrenza costituisca stimolo per l'innovazione e la ricerca, in cui vigano regole ed operino istituzioni che assicurino il buon funzionamento dei mercati stessi» sostengono i compagni delle coop. Parole che stridono in bocca a chi concretamente si caratterizza come monopolista e riceve, da sempre, consistenti «aiuti di Stato», giustificati da un riferimento alla Costituzione ormai poco convincente.. E Renzi cosa dice e soprattutto cosa fa. Non è che Salvatore Buzzi presente alla sua cena lo ha agevolato con i rom portati a votare alle primarie, o usando le cooperative sociali come serbatoio di voti. Sarebbe veramene uno schifo

Nessun commento:

Posta un commento