venerdì 11 ottobre 2013

La cristianità non confonda la carità con la solidarietà



Rodolfo Ridolfi - La Voce di Romagna 7 ottobre
 
L’apertura della moschea di Ravenna è la testimonianza di come il buonismo catto-comunista abbia finito per rinnegare costumi millenari della nostra storia. In nome di una improbabile ed ipocrita tolleranza la sinistra ha corroso i valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia. Predicando uguale valore di tutte le culture ha lasciato senza guida e senza regola l'integrazione degli immigrati. Come ha detto il papa emerito Benedetto XVI, "l'Occidente non ama più se stesso". Per superare questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della nostra civiltà. In questo ultimo decennio Di fronte alle nuove minacce terroristiche e fondamentaliste, gran parte dell'occidente sembra aver perso ogni riferimento all'orgoglio di appartenere ad un mondo libero, la sinistra se la prende con chi si oppone all’islamizzazione del Paese piuttosto che con i fondamentalisti. All'alba del 7 ottobre 1571, esattamente quattrocento quarantadue anni fa, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica, situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità. Ci sembra importante ricordarne l'anniversario. Lepanto fu una grande vittorie dell'Occidente, una vittoria della Cristianità. Una vittoria contro un mondo di volta in volta arabo, musulmano, islamico ferocemente aggressivo. Un mondo però che ogni volta, e proprio nel cuore dell'Europa, si è infranto contro il valore degli Europei, decisi a non cedere la propria terra le proprie radici, a non lasciare annientare la propria cultura e civiltà fino all'estremo sacrificio. Un'epoca nella quale la Cristianità non confondeva ancora la carità, con una solidarietà che ne è oggi la caricatura: spesso alibi per chi è disposto a sacrificare la propria civiltà per un egoistico bisogno di apparir buono a sé stesso. A Lepanto e poi a Vienna, l'Europa difendeva il suo modello di civiltà. Sì, ma difendeva anche, le sue chiese e le sue istituzioni. <<nell’ultimo decennio di fronte all’aggressione del fondamentalismo islamico, gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento all’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. l'Islam, oggi come oggi, è forte perché ha più valori di noi. Dopo la vittoria di Lepanto, avvenuta proprio nella prima domenica di ottobre (7 ottobre 1571) che già da tempo costituiva il giorno di raduno e di preghiera delle confraternite del Rosario, san Pio V che, dicono le cronache, era già sicuro della vittoria prima ancora di averne ricevuto notizia, decretò che ogni prima domenica di ottobre si sarebbe dovuta commemorare con rito semplice Nostra Signora della Vittoria. Attualmente il 7 ottobre si celebra una memoria semplice intitolata alla Beata Maria Vergine del Rosario. Nelle litanie lauretane Maria è invocata come «Auxilium christianorum» a partire dalla vittoria di Lepanto. Certamente, la vittoria era stata ottenuta grazie a "la intelligentissima prudentia de i nostri generali, la bravura e destrezza de i capitani in mandare ad effetto, il valore de' gentiluomini e soldati nell'essequire". Ma, più ancora, a ben altre forze, secondo la bella espressione del senato veneto: "Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit", "non il valore, non le armi, non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori". Del resto, la vittoria di Lepanto era avvenuta nel giorno in cui le confraternite del Rosario facevano tradizionalmente particolari devozioni.

 

Nessun commento:

Posta un commento