mercoledì 12 febbraio 2014

Solidarietà di Rodolfo Ridolfi e Gianguido Bazzoni a Marco Mancini un valoroso difensore dell'Italia


Marco Mancini


 
Invece di gratitudine minacce per Marco Mancini che ci ha sempre difeso dai terroristi

 

L’8 luglio 2006 con un comunicato stampa esprimevamo: Solidarietà a Marco Mancini che ci ha sempre difeso dai terroristi rossi ed islamici . “…L’arresto a Lugo di Marco Mancini, numero due del Sismi, dirigente con un passato nei carabinieri che si è occupato per molti anni di lotta al terrorismo interno protagonista delle indagini che portarono all’arresto di Curcio, Franceschini ed altri brigatisti rossi, nell’ambito dell’inchiesta Abu Omar, ci pone molti interrogativi e comunque ci porta ad esprimere a Marco Mancini la nostra gratitudine per averci protetto dal terrorismo islamico. È possibile anzi probabile che Mancini sia in debito con “la giustizia rossa” ma per noi rimane un servitore dello Stato che ha sempre svolto il suo dovere in modo corretto e nel rispetto della legge. Combattere i terroristi non può essere una colpa; è una colpa essere giustificazionisti e accomodanti con i terroristi considerati combattenti per la libertà…” E il 16 dicembre 2010 esprimevamo soddisfazione per il proscioglimento, che confermava la sentenza di primo grado, da parte della Corte di Appello di Milano nei confronti di Marco Mancini. Romano Prodi nel 2007 e Silvio Berlusconi a partire dal 2008 si sono battuti in favore dei ricorsi che la Corte ha poi accolto nel 2009, per evidenziare la presunta violazione di questo segreto da parte della Magistratura. Il processo terminò con il "non luogo a procedere" nei confronti di Nicolò Pollari e Marco Mancini. Sentenza poi annullata nel settembre 2012 dalla Corte di Cassazione che dispose un nuovo procedimento, terminato nel febbraio 2013 con una condanna: 9 anni di reclusione a Mancini e 10 a Pollari. Ma la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso della Presidenza del Consiglio contro la Corte di Cassazione e la Corte d'Appello, con conseguente annullamento degli atti nel gennaio di quest’anno rimandando il dibattimento processuale in sede penale di fronte alla stessa Corte Suprema che si terrà il prossimo 24 febbraio. In questo lungo calvario Marco Mancini e la sua famiglia sono oggetto di inqualificabili e terroristiche minacce e noi sentiamo il dovere di esprimere a lui e a tutti i suoi famigliari incondizionata e piena vicinanza e solidarietà notando con amarezza l’assurdità di quanto capita ad un eroico servitore dello Stato.

Rodolfo Ridolfi





BAZZONI: “LE MINACCE A MANCINI RENDONO ANCORA PIU’ GROTTESCA E VILE LA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA CUI E’ STATO SOTTOPOSTO”

 

In merito alla notizia che Marco Mancini, ex numero 2 del SISDE, da anni è sottoposto a minacce gravi, telefoniche e per lettera e che queste ora coinvolgono anche la sua famiglia, il capogruppo Forza Italia in Regione, Gianguido Bazzoni ha rilasciato la seguente dichiarazione: “ sono veramente indignato, e lo dico a nome di tutto il mio gruppo, della persecuzione cui è stato sottoposto Mancini, un brillante e leale funzionario dello Stato, da parte di magistrati che sapevano benissimo di non poterlo indagare e perseguitare  su fatti coperti da segreto di Stato. Ciò nonostante Mancini ha subito la galera ed una grottesca condanna (che verrà inevitabilmente cancellata), ma, quel che è più grave, il suo nome è stato additato a tutti i terroristi islamici internazionali ed a tutti i “guerriglieri” nostrani, capaci solo di seminare odio, disordini e delitti.

Voglio esprimere tutta la mia solidarietà ad un servitore dello Stato, come ormai ce ne sono pochi, in questo dilagare di quaqquaraquà, tecnici ed istituzioni deviate che ogni giorno ci danno lezioni e minacciano punizioni se non ci mettiamo buoni e quieti a subire quanto ci viene imposto. Mancini paga con la serenità distrutta, sua e della sua famiglia, mentre chi lo ha perseguitato non verrà minimamente punito e continuerà sicuramente come prima. Forza Italia, fin dalla sua nascita, si batte contro queste vergogne, ma temo che la strada sia ancora lunga.
Gianguido Bazzoni


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